L'anno che sta per finire è stato memorabile. Unico. Il risultato più importante di questo 2010 in questo momento sta schiacciando un pisolino, avvolto in una calda copertina di lana. Ogni tanto mugola e sbava... che tesoro!
L'anno che sta per finire mi ha vista pronunciare a più riprese e con tono stupefatto la frase non mi manca niente. Mi ha sorpresa a piangere di gioia e a ridere con le lacrime agli occhi. Mi ha spinto ad imprecare ed arrabbiarmi nel vedere il paese affondare piano piano, ma mi ha consolato con la conferma che sì, ho le armi per resistere e la voglia di lottare.
L'anno che sta per finire mi ha dato la certezza che la felicità esiste, che le cose possono cambiare -all'improvviso, rintronandoti - e che non sono le nostre paranoiche speranze o i riti scaramantici a determinare i cambiamenti. Sono le nostre volontà e la disposizione degli eventi a ... semplicemente capitare.
La felicità capita. Può essere un processo graduale e quasi inavvertibile, talmente lento che ci accorgiamo di essere (stati) felici con mesi di ritardo! O può essere un fatto improvviso, tipo la mia felicità. La mia è capitata nel breve arco di tempo di un test di gravidanza e si è manifestata nell'arco temporale necessario a scandire le seguenti frasi no, un figlio adesso proprio non lo voglio-occazzo, c'è una striscia rossa!-sì, lo voglio, lo voglio!!!
Premesso ciò, immaginerete la felicità di ritrovarsi con un bimbetto caldo caldo, tenero tenero, piccolo e indifeso tra le braccia. Ecco, quel tipo di felicità - la potenza, l'unicità, la totalità, la perfetta realizzazione di sé - la auguro a chi mi circonda.
Ad amici, parenti, gente che stimo tra i colleghi e i semplici conoscenti, gente di Facebook che mi legge e che non ho mai visto - ma che ho sentito, ah, questo è sicuro - insomma: a tutta quella gente che porto dentro auguro di assaggiare, assaporare, gustare la felicità. Che sia un antipasto, un buffet in piedi, una sosta veloce in un autogrill o un'abbuffata pantagruelica, non importa: vi auguro di avere la vostra porzione di felicità.
Auguro a chi ha perso qualcosa o qualcuno (lavoro, occasioni, amori, speranze, persone care, battaglie, salute, se stesso) di ritrovarsi, di ritrovare, di trovare, di scoprire e di riscoprirsi.
Auguro a chi ha sete di giustizia (e mi ci metto anch'io, dato che l'anno che sta per cominciare avrà a che fare con la giustizia, il diritto di vedere applicate le leggi sul lavoro), di trovare da berne. Una pozza di giustizia limpida e fresca da cui pescare a mani giunte per bere fino al completo ristoro.
Auguro in generale a chi se lo merita un'Italia diversa, più dignitosa, meno vergognosa, più fiera, più onesta e più giusta. E so che siamo in molti a meritarla.
Auguro a chi non sa più che pesci pigliare di smetterla di stare in un angolo a sperare, canna in mano, di pigliare almeno un pescetto... come diceva Monicelli, "la speranza è una trappola". Nel 2011 alzatevi, lasciate stare il vostro angolo e cercate un altro fiume, un altro lago, un altro mare.
E se la lenza non basta, tuffatevi.
Auguro a chi è costretto a resistere e lottare, di continuare a resistere e lottare senza esserne costretto. Auguro di voler resistere e lottare, di desiderarlo ardentemente, perché consapevoli di avere forza e coraggio a volontà. E di avere volontà.
Auguro a tutti voi un 2011 spettacolare come il mio 2010.
A tutti gli altri, ai tristemente famosi pezzi di merda che hanno sbudellato e stuprato paese e Costituzione, agl'immondi che amo collocare sotto la grande P (Politici, Preti e Puttanindustriali) auguro uno spettacolare anno di merda.
A tutti loro auguro di iniziare a pagare caro, a pagare tutto.
Buon Anno
(p.s.
giuro che ce l'ho messa tutta, ma una foto più orrenda di questa non l'ho trovata!)